Tassa Airbnb Come Funziona? Ecco cosa c’è da sapere – Il Def, originariamente DPEF (Documento di Programmazione Economica Finanziaria) ha emanato una nuova legge relativa all’imposizione fiscale per Airbnb. In seguito all’introduzione della nuova legge, gli intermediari immobiliari sono tenuti ad applicare al momento del pagamento dell’affittuario, la cedolare secca sugli affitti brevi con una percentuale del 21% sul canone di locazione.
Questa ritenuta, che viene applicata dall’agente, non è l’unica inadempienza prevista dalla legge. Di fatti, in seguito al ricevimento del pagamento, l’agente intermediario è obbligato a riversare all’Erario, la cedolare secca con una quota del 21% e, dopo di ciò è tenuto a rilasciare la documentazione unica al proprietario.
Cos’è la Tassa Airbnb?
Si tratta di una nuova imposizione fiscale da applicare sugli affitti di breve tempo che il governo Gentiloni ha approvato con la Manovra del mese di aprile 2017. Precisiamo che per i turisti non ci saranno grandi differenze, se non pagare un po’ di più l’alloggio, mentre la batosta arriva per i proprietari che avranno un guadagno minore, dovuto alle tasse da pagare.
Grazie a questa innovativa tassa, dunque, il governo italiano intende evitare l’evasione fiscale. Come ben sappiamo, in Italia ci sono molti furbetti che, pur di incassare qualcosina in più, evitano le tasse. Questa imposizione fiscale, dunque, è nata proprio oltre che per i controlli, anche per fare in modo che tutti paghino la cedolare secca relativa ai canoni di locazione incassati.
Con questa nuova legge, dunque, i gestori dei siti web di viaggi e simili, saranno tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate, i contratti di affitto breve che vengono firmati tramite loro. In questo modo, sarà rilasciata ai proprietari la certificazione unica.
Cedolare secca 21% Affitti Brevi 2018: Cosa sapere
In seguito alla Manovra di aprile 2017, è stata introdotta una nuova norma che prevede alcune misure più rigidi e fiscali per gli agenti immobiliari e per le agenzie immobiliari, in modo da evitare che le tasse non vengano pagate sugli affitti brevi.
Come funziona la nuova tassa Airbnb? Dunque, non ci riferiamo a una nuova imposizione fiscale, dato che le leggi sugli affitti brevi sussistono da moltissimo tempo, anche se davvero pochi le pagano. Per tal motivo, ovvero per il fatto che non tutti le pagano, il governo ha voluto introdurre regole più severe. La tassa Airbnb, infatti, prevede che gli agenti e le agenzie immobiliari, adottino durante il pagamento, la ritenuta del 21% che viene versata sul prezzo del canone di locazione.
Agenzia delle Entrate ed Airbnb
Con questa nuova legge, quindi, permette ai soggetti che affittano di assoggettare la cedolare secca con una percentuale del 21%, i canoni di locazione incassati per gli alloggi delle vacanze. Se, dunque, la tassa Airbnb dovesse essere approvata, obbligherà ogni intermediario e agenzia a:
- comunicare all’Agenzia delle Entrate, ogni contratto di affitto di breve periodo;
- applicare durante i pagamento la quota del 21% come cedolare secca;
- trasmettere allo Stato il 21% della cedolare e rilasciare ai proprietari degli alloggi delle vacanze la certificazione unica.
Tassa Airbnb: Quali sono i Cambiamenti
La normativa introdotta dal governo, ossia quella sulle agenzie come Airbnb riguarda soltanto l’affitto da parte di determinati soggetti:
- agenti immobiliari sia fisici che online, come Airbnb – con la normativa del governo, i proprietari di un immobile che desiderano
- affittare la seconda casa per un breve periodo dell’anno, generalmente devono affidarsi si siti online specializzati, per trovare gli
- affittuari, ma anche per i pagamenti online direttamente sul portale.
In seguito alle modifiche introdotte con la manovra, tutti gli intermediari online, proprio come Airbnb, al momento del versamento, saranno tenuti ad applicare sul prezzo complessivo, la ritenuta del 21% e versarla all’Erario. In questo modo, il responsabile del servizio sarà tenuto a versare direttamente la cedolare secca, in quanto considerato sostituto d’imposta. Dunque, il proprietario dell’immobile, sarà tenuto a versare le tasse senza imbrogliare il fisco.
L’agente è tenuto anche a comunicare ogni contratto di locazione breve, e rilasciare entro il 31 marzo di ogni anno, la certificazione unica in cui sono presenti tutti gli importi ricevuti e le ritenute che sono state effettuate, a ogni singolo proprietario che hanno affittato la loro casa sul sito o tramite un altro agente.
Regime Fiscale Airbnb
L’Agenzia delle Entrate ha reso pubblico sul sito ufficiale tutte le istruzioni per consentire agli intermediari, come Airbnb, di mettere in contatto tutti coloro che cercano un alloggio con chi dispone dell’immobile da affittare.
Ritenuta 21%
Gli operatori operano una ritenuta del 21% sull’importo dei corrispettivi lordi, obbligatori per i contratti di locazione breve, nel caso in cui intervengano nel pagamento, al momento del pagamento al soggetto beneficiario. La ritenuta da versare entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui è stata effettuata, deve essere esercitata a titolo di imposta nel caso di scelta per la cedolare secca.
Gli operatori intermediari, inoltre, sono tenuti a certificare e dichiarare ogni ritenuta operata. Inoltre, ogni intermediario è tenuto obbligatoriamente a trasmettere all’Erario i dati dei contratti conclusi per il loro tramite. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, possiamo leggere che: “Per i contratti relativi allo stesso immobile e stipulati dallo stesso locatore, la comunicazione dei dati può essere effettuata anche in forma aggregata”.
Quanto alla trasmissione e la predisposizione dei dati, queste devono essere effettuate per via telematica dell’Agenzia, in base a specifiche tecniche, che saranno pubblicate sul portale. Sul sito possiamo leggere anche: “I soggetti non residenti trasmettono i dati tramite una stabile organizzazione, se provvisti, o avvalendosi di un rappresentante fiscale, utilizzando gli stessi servizi dell’Agenzia. La comunicazione dei dati va effettuata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di conclusione del contratto. La ritenuta e gli obblighi di versamento”.
Con ciò, possiamo affermare che, tutti gli intermediari sono tenuti a mettersi in regola, versando le tasse anche in caso di affitto di breve periodo, in modo da evitare gravi penali. In caso contrario, se non vengono rispettati tutti i regimi fiscali, scatteranno sanzioni, anche salate. Non si tratta di una tassa valida se nei servizi è incluso il pagamento della colazione o del pranzo, auto noleggio o interprete. La tassa si applica solo sulle attività di locazioni brevi, che dispongono di servizi accessori cose limitate, come il wi-fi, l’uso della biancheria e riscaldamento o aria condizionata.