Immobilizzazioni Immateriali- Nella complessa gestione dell’Economia Aziendale, occorre considerare molteplici voci, indici, elementi che vanno poi anche a comporre il bilancio aziendale.
Non basta inserire entrate, costi, uscite in generale, interessi e quant’altro, sarebbe troppo semplice, occorre considerare ogni minimo particolare della gestione, quelli materiali, tangibili e quelli anche non tangibili, immateriali, che comunque incidono sulla valorizzazione dell’Azienda, sulla determinazione dello Stato Patrimoniale. Ecco, quindi che assumono un peso anche le Immobilizzazioni Immateriali, ovvero quei valori intangibili eppure con un loro peso nell’Economia dell’Azienda.
Cosa sono le Immobilizzazioni Immateriali
Le Immobilizzazioni Immateriali sono, dunque, valori che non hanno una loro tangibilità, costituiti cioè da costi la cui utilità non si esaurisce in un periodo ma manifestano il loro peso nel corso di più esercizi. Ovviamente devono trovare evidenza nel Bilancio, in quanto per quanto intangibili, rappresentano un valore aziendale, esse entrano nel patrimonio dell’Azienda in seguito a:
- Acquisizione diretta di beni o diritti all’esterno dell’Azienda
- Produzione di beni o diritti all’interno dell’azienda
- Sostenimento di costi che, collegati oppure no all’acquisizione o produzione di beni o diritti, non esauriscono l’evidenza del loro peso nel singolo esercizio ma si manifestano in più esercizi successivi.
Le Immobilizzazioni Immateriali sono quindi costituite da:
- Costi pluriennali quali i costi di impianti, di ampliamento, di ricerca e sviluppo, di pubblicità eccetera
- L’avviamento di impresa
- Beni immateriali quali brevetti industriali, opere dell’ingegno, concessioni, licenze e altri diritti simili.
Di norma, i beni Immateriali sono rappresentati da diritti sottoposti a tutela giuridica che l’azienda ha il diritto esclusivo di utilizzo e sfruttamento. La loro valutazione non può che essere autonomamente determinata dall’azienda stessa.
Come esporli in Bilancio
Su questa materia interviene il Codice Civile che tramite l’art 2424 bis stabilisce che gli elementi patrimoniali destinati ad un utilizzo durevole devono essere inseriti in Bilancio tra le Immobilizzazioni. Secondo il medesimo articolo del Codice civile le Immobilizzazioni Immateriali devono trovare evidenza in Bilancio secondo specifiche classificazioni che sono:
- Costi di impianti e ampliamenti
- Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità
- Diritti di Brevetto ed utilizzazione delle opere di ingegno
- Concessioni, licenze, marchi e altri diritti simili
- Avviamento di Impresa
- Immobilizzazioni in corso e acconti
- Altre immobilizzazioni intangibili
Nel caso di Immobilizzazioni la cui durata sia limitata nel tempo, queste vanno necessariamente ammortizzate in ciascun esercizio in funzione della loro residua utilizzabilità e tali ammortamenti devono trovare spazio nel conto economico secondo l’art. 2425 del Codice Civile alla voce “ammortamento delle immobilizzazioni immateriali“. La legge determina che ciò avvenga “sistematicamente” per evitare che questi vengano artificiosamente accelerati o rallentati in funzione della convenienza aziendale.
L’Attivo patrimoniale
Le Immobilizzazioni Immateriali possono essere considerate nell’attivo patrimoniale ma soltanto se:
- Si riferiscono a costi effettivamente sostenuti, quindi sono esclusi i beni immateriali acquisiti a titolo gratuito
- Non esauriscono l’utilità nell’esercizio e in alcuni casi, come l’avviamento, i costi di ricerca, impianti e ampliamenti, sviluppo e pubblicità vanno valutati anche dal collegio sindacale
- Manifestano la capacità di produzione futura di benefici economici
- Possono essere chiaramente identificati e quantificati.
Le difficoltà di quantificazione è reale nel momento in cui si riferisce ad opere dell’ingegno e altre Immobilizzazioni la cui quantificazione non deriva da reali costi e valori ponderabili ma è aleatoriamente determinata dall’azienda stessa.
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