La nuova ondata di IPO tech: occasione o solo una bolla?

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Dopo anni di attesa, le grandi startup tech tornano in Borsa. Ma dietro le quotazioni record si nasconde davvero valore o solo tanto hype?


Ogni volta che una startup tecnologica decide di “sbarcare in Borsa”, si accende il faro mediatico. Titoloni, hype, previsioni stellari. Ma cosa vuol dire, davvero, un’IPO tech?

IPO è l’acronimo di Initial Public Offering, cioè offerta pubblica iniziale. In parole povere: un’azienda privata decide di vendere le proprie azioni al pubblico per raccogliere capitali. È come dire: “Ok, siamo cresciuti, ora vogliamo fare il salto e diventare una società quotata.”

Nel caso delle aziende tech, le IPO sono spesso accompagnate da grandi aspettative. E questo perché molte di queste realtà – pensiamo a nomi come Airbnb, Snowflake o Palantir – nascono con modelli di business scalabili, innovativi e… pieni di promesse.

Ma proprio perché c’è tanta attesa, le IPO tech tendono a essere sopravvalutate. Non sempre, ma spesso.

2024–2025: il ritorno delle grandi quotazioni

Negli ultimi mesi, dopo un periodo di pausa complice anche il contesto macro e l’inflazione, il settore è tornato a muoversi. E lo ha fatto con nomi di peso.

Un caso su tutti? Reddit. Dopo anni di attesa, il social delle community ha finalmente fatto il suo debutto al Nasdaq a marzo 2024. La quotazione iniziale è stata accolta con grande entusiasmo, ma già nelle settimane successive si sono visti i primi scossoni. Reddit è cresciuta tanto in visibilità, ma il suo modello di business non è ancora del tutto solido. Le entrate pubblicitarie reggono? Il numero di utenti attivi è in crescita reale o solo percepita?

Altro nome interessante è Stripe, la piattaforma di pagamenti digitali. A differenza di Reddit, qui parliamo di una realtà solida, con una base clienti forte (Amazon, Shopify, Google) e numeri convincenti. La sua IPO – prevista per fine 2025 – è attesissima. Ma anche in questo caso c’è chi si chiede: il prezzo sarà realistico o pompato dall’entusiasmo?

Opportunità vere o vendite ben impacchettate?

Chi investe da un po’ lo sa: non tutte le IPO sono uguali. Alcune rappresentano vere occasioni di ingresso su aziende innovative e in crescita. Altre sono più simili a operazioni di marketing: quotarsi, incassare e lasciare agli investitori i rischi del futuro.

Il problema delle IPO tech è proprio questo: i multipli di valutazione. Quando vedi una startup che genera pochi profitti (o addirittura perdite), ma viene valutata 40 o 50 volte il suo fatturato, qualche domanda te la fai. Sono valutazioni sostenibili? C’è un piano credibile dietro?

Nel 2021, con la corsa post-pandemia, molte società sono state lanciate sul mercato con numeri decisamente fuori scala. Nel 2022 è arrivata la doccia fredda: titoli crollati, delusioni, investitori bruciati. Ora, nel 2025, la situazione è più matura. Ma serve comunque prudenza.

Cosa valutare prima di investire in una IPO tech?

Per non farsi trascinare solo dall’entusiasmo, ci sono almeno tre cose da guardare:

  1. Modello di business: è scalabile, ma anche sostenibile? L’azienda guadagna o brucia cassa?

  2. Settore di riferimento: è in espansione reale o ha già raggiunto la saturazione?

  3. Team e visione: chi guida l’azienda? È gente esperta o solo abile a raccontarsi?

E, soprattutto: non farti prendere dalla FOMO (la “fear of missing out”). Meglio arrivare tardi su un’azienda solida, che buttarsi subito su una storia che non regge.

E se fosse davvero una bolla?

Parlare di bolla è sempre complicato. A volte la bolla si vede solo dopo che è esplosa. Di sicuro, però, ci sono dei segnali da tenere d’occhio: valutazioni fuori scala, comunicazioni eccessivamente ottimistiche, aziende che si quotano “perché ora è il momento giusto” e non perché siano davvero pronte.

Detto questo, non tutte le IPO tech vanno evitate. Alcune possono rappresentare ottime occasioni, se analizzate con calma e spirito critico. L’importante è non lasciarsi guidare solo dalla narrazione.

Conclusione

In definitiva, la nuova ondata di IPO tech non è né tutta oro né tutta fuffa. Ci sono aziende solide, pronte per il grande salto, e altre che ancora vivono più di storytelling che di numeri. Il segreto è lo stesso di sempre: studiare, osservare, dubitare.

Per chi vuole investire, l’opportunità c’è. Ma, come spesso accade nei mercati, la vera differenza la fa il tempismo… e la capacità di mantenere i piedi per terra anche quando tutti sembrano volare.

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